La potatura mantiene l’olivo in salute: questo dà equilibrio alle energie della pianta, e fa sì che riceva la giusta quantità di luce. Ecco come funziona
Non c’è olio senza ulivo. Anzi, non c’è olio buono senza una pianta di olivo sana: per questo la potatura dell’olivo è così importante nella produzione dell’olio extravergine d’oliva.
Vi spieghiamo come, quando, perché si procede alla potatura dell’olivo e quali sono gli effetti sulla pianta e di conseguenza anche sull’olio.
Perché si potano gli ulivi?
La potatura degli ulivi è strettamente connessa alla sopravvivenza della pianta, ma non solo: da essa dipende la quantità e la qualità della produzione di olive.
È fondamentale per noi di Frantoio Muraglia rispettare le esigenze dell’ulivo insieme a tutto il suo ecosistema per assicurarci di poter continuare il nostro lavoro.
La potatura dell’olivo consiste nell’eliminare tutti i rami che non sono produttivi, che tolgono luce e aria ai frutti e alla pianta, che consumano energie che servirebbero altrove.
Una parte della potatura consiste nel tagliare succhioni e polloni.
I succhioni sono rami che nascono da gemme rimaste dormienti per molto tempo, emergono dal fusto e crescono in verticale. Spesso sono un modo che la pianta ha per riequilibrare il rapporto tra radici e chioma, magari dopo una potatura troppo energica.
I polloni sono i rami che si generano direttamente dalle radici o dal tronco dell’ulivo e che crescono in verticale, ‘competendo’ con il fusto principale dell’olivo.
Entrambi sono segno di squilibrio, ma vanno eliminati per far sì che i nutrienti e le energie della pianta si incanalino nei rami che saranno poi produttivi.
Ma ci sono anche altri motivi per procedere alla potatura dell’olivo.
Si tagliano i rami anche per dare una forma alla chioma che favorisca l’areazione di foglie, frutti e rami. Inoltre tagliare i rami improduttivi, perché magari crescono verso l’interno e sono in ombra, aiuta la luce a filtrare meglio e a illuminare e riscaldare i rami.
Se invece la chioma è troppo folta e la sua crescita incontrollata si rischia di accumulare umidità e di creare un ambiente favorevole allo sviluppo di funghi, muffe e altre malattie.
Oltre a questo torna l’esigenza di non lasciar crescere rami che ‘rubano’ energie e nutrimento ai rami destinati a produrre olive.
Quindi il rispetto delle esigenze dell’olivo sono strettamente collegate alla nostra possibilità di poter continuare a produrre olio extravergine d’oliva e a farlo nelle migliori condizioni.
Quando potare le piante di ulivo?
La potatura dell’olivo ha a che fare con l’equilibrio dell’albero e bisogna rispettare il suo ciclo di sviluppo, che ovviamente è legato alle stagioni.
Sono due i momenti dell’anno in cui si procede alla potatura dell’olivo: tra gennaio e marzo si procede alla potatura secca; mentre in estate si procede alla potatura verde che consiste per lo più nell’eliminare polloni e succhioni.
La potatura invernale o a secco avviene dopo la raccolta dei frutti e dopo le gelate invernali, ma prima della nuova fioritura. Il momento viene scelto anche in base al clima e alle temperature dell’ambiente in cui si trova l’olivo, perché tagliare durante la fase produttiva è sconsigliato e deleterio, ma bisogna tenere conto anche del fatto che l’ulivo soffre molto le potatura durante le gelate.
Come potare un ulivo?
Naturalmente potare un olivo non significa tagliare rami a caso e il taglio deve essere fatto in un certo modo se non si vuole danneggiare la pianta.
Quando si taglia il ramo non bisogna lasciare monconi troppo lunghi, ma nemmeno avvicinarsi troppo alla base, perché in quest’ultimo caso il taglio lascerebbe una superficie troppo ampia da cicatrizzare. Il taglio va effettuato in modo da non permettere accumuli di umidità che favorirebbero l’insorgere di malattie.
La forma di allevamento più usata è quella a vaso policonico: questo significa che la base delle pianta deve essere pulita, ma anche l’interno della chioma deve essere svuotata per lasciare entrare aria e luce, ciò significa che bisogna tagliare anche tutti i rami che vanno verso l’interno.
Inoltre questa forma fa sì che in alto rimangano le frasche meno folte, lasciando quelle più fitte in basso: la forma conica permette appunto di esporre maggior superficie possibile alla luce, invece di far ombra ai rami più bassi. Insomma le branche più alte non devono togliere luce a quelle sottostanti.
Si chiama policonico perché nella potatura dell’olivo bisogna creare più coni: partendo da 3-4 rami principali più grandi a fare da asse centrale, si procede a tagliare creando dei coni, con franche più piccole in alto e più grandi in basso.
Questa tecnica permette di creare una chioma ariosa e ben illuminata.
La potatura dell’olivo, come ogni fase della sua coltivazione e della produzione dell’olio extravergine d’oliva, deve essere fatta con consapevolezza e competenza, per tenere la pianta in buone condizioni di salute. Se non viene effettuata con cura, nei tempi e nei modi giusti il rischio è di far ammalare la pianta.
Ricordiamoci che parliamo di piante che hanno richiesto tempo, energie e molte cure per crescere e diventare produttive, regalandoci un frutto e un olio d’oliva di grande qualità come il nostro.
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